A mettere in chiaro le cose, non sono un ammiratore della poesia di Alda Merini.
Ma questo sito raccoglie solo e unicamente le parole che mi sono piaciute, che ho letto nei libri, quelli di carta e inchiostro, fatti di pieghe e strappi, e che poi nel corso degli anni ho segnato, annotato, trascritto con matite e penne sui miei quaderni prima, sui blocchi e sul pc ora.
Perchè questa pagina, allora?
Perchè una raccolta di poesie di Alda Merini mi ha colpito, e molte delle liriche lì raccolte sono finite tra i fogli che mi porto dietro, che mi sostengono.
Parlo di "La terra Santa", che uscì nel 1984 per i tipi di Scheiwiller.
Ciò che più amo lo riporto qui.
da "La Terra Santa" - nella raccolta Fiore di poesia (1951-1997)
Al cancello si aggrumano le vittime
volti nudi e perfetti
chiusi nell'ignoranza,
paradossali mani
avvinghiate ad un ferro,
e fuori il treno che passa
assolato leggero,
uno schianto di luce propria
sopra il mio margine offeso.
da "La Terra Santa" - nella raccolta Fiore di poesia (1951-1997)
Il dottore agguerrito nella notte
viene con passi felpati alla tua sorte,
e sogghignando guarda i volti tristi
degli ammalati, quindi ti ammannisce
una pesante dose sedativa
per colmare il tuo sonno e dentro il braccio
attacca una flebo che sommuova
il tuo sangue irruente di poeta.
Poi se ne va sicuro, devastato
dalla sua incredibile follia
il dottore di guardia, e tu le sbarre
guardi nel sonno come allucinato
e ti canti le nenie del martirio.
da "La Terra Santa" - nella raccolta Fiore di poesia (1951-1997)
Io ho scritto per te ardue sentenze,
ho scritto per te tutto il mio declino;
ora mi anniento, e niente può salvare
la mia voce devota; solo un canto
può trasparirmi adesso dalla pelle
ed è un canto d'amore che matura
questa mia eternità senza confini.
da "La Terra Santa" - nella raccolta Fiore di poesia (1951-1997)
Ogni mattina il mio stelo vorrebbe levarsi nel vento
soffiato ebrietudine di vita,
ma qualcosa lo tiene a terra,
una lunga pesante catena d'angoscia
che non si dissolve.
Allora mi alzo dal letto
e cerco un riquadro di vento
e trovo uno scacco di sole
entro il quale poggio i piedi nudi.
Di questa grazia segreta
dopo non avrò memoria
perché anche la malattia ha un senso
una dismisura, un passo,
anche la malattia è matrice di vita.
Ecco, sto qui in ginocchio
aspettando che un angelo mi sfiori
leggermente con grazia,
e intanto accarezzo i miei piedi pallidi
con le dita vogliose di amore.
da "La Terra Santa" - nella raccolta Fiore di poesia (1951-1997)
La triste toeletta del mattino,
corpi delusi, carni deludenti,
attorno al lavabo
il nero puzzo delle cose infami.
Oh, questo tremolar di oscene carni,
questo freddo oscuro
e il cadere più inumano
d'una malata sopra il pavimento.
Questo l'ingorgo che la stratosfera
mai conoscerà, questa l'infamia
dei corpi nudi messi a divampare
sotto la luce atavica dell'uomo.
da "La Terra Santa" - nella raccolta Fiore di poesia (1951-1997)
I versi sono polvere chiusa
Di un mio tormento d'amore,
ma fuori l'aria è corretta,
mutevole e dolce ed il sole
ti parla di care promesse,
così quando scrivo
chino il capo nella polvere
e anelo il vento, il sole,
e la mia pelle di donna
contro la pelle di un uomo.
da "La Terra Santa" - nella raccolta Fiore di poesia (1951-1997)
La pelle nuda fremente,
che di notte raccoglie i sogni,
la tua pelle nuda e fremente,
che vive senza emozioni
paga soltanto del mondo,
che la circonda indifeso,
la tua pelle non è profonda,
resta soltanto una resa:
una resa a un corpo malato
che nella notte sprofonda,
un grido tuo disperato,
a quello che ti circonda.
La tua pelle che fa silenzio,
e lievita piano l'ora,
la tua pelle di dolce assenzio
forse può darti l'aurora,
l'aurora tetra e gentile
di un primo canto di aprile.
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