La vedi lì in fondo quella
piccola gazza che indugia
beata sulla siepe di alloro?
Paff, le basta un semplice colpo
dell'ala per lasciarsi alle spalle
tutto il peso del mondo.
Sollevata da vincoli e obblighi
finalmente adesso è nuda, libera,
sola: la piccola gazza che vola.
Ti chiedo, eventuale Signore
e Creatore: non potresti una volta
soltanto cercare di fare altrettanto
con me, liberando il mio gracile corpo
dal peso dei suoi mille fantasmi?
In fondo ti piace creare, innovare.
E allora, pensa che bello:
vedere un mattino di maggio,
del tutto inattesa, un'umana
creatura che vola. Sollevata
da vincoli e obblighi - finalmente
anch'essa nuda libera sola.
Quante volte si è detto
il mondo deperisce.
Quante volte si è detto
il mondo fa naufragio.
Dovremmo misurare meglio
le parole: ché il mondo
deperisce eppure ingrassa;
e mentre naufraga galleggia.
È questa la fatica
a cui siamo vocati: sostenere
un doppio sguardo, capace
di fissare in faccia la rovina
e assieme la lamina di sole
che accende ogni mattina.
Dovessi spiegarti cos'è una vita,
a lato, il résumé di ieri
sarebbe sufficiente: Giovanni Decollato.
Mi sono alzato presto
per frastornarmi molto,
molto ho fantasticato
tastando bene il polso.
E in conclusione, quanto
ho verificato, è che un rancore
e una femmina, una birra
e una preghiera, non fanno
una vita. Fanno soltanto sera.
Se l'anima sia un quid che l'uomo
e solo l'uomo può vantare
è oggetto di querelle lunga
e irrisolta nel mondo teologale.
Da parte mia propendo per chi
fa rilevare che se anima
è sinonimo di rauch,
soffio vitale,
allora il quid oltre che l'uomo
riguarda l'animale. Basta
osservare un cane a lungo
in fondo agli occhi,
precipitare negli abissi
di quei lontani mondi, basta
accostare il suo muto
e impenetrabile dolore, le domande
inevase, la gioia trattenuta,
l'improvviso bisogno di calore.
Basta dormirci assieme
per una notte tenera e dolce
quando il soffio vitale del respiro
tramuta struggente in un sospiro.
Arrivano nella notte i malpensieri,
erigendo picchi di insormontabili
problemi, cumuli d'angosce, oscure
colpe, sentimenti neri, Arrivano
nella notte i malpensieri. E non c'è
modo di uscire dalla loro rete
a maglie strette. Il sonno s'allontana
e dentro al portacenere si assommano
i resti di due, tre, cinque, dieci
sigarette. Gonfiano il loro ventre
i malpensieri, come rospi giganti
che minacciano la luna. E proprio quando
sembra che arrida loro la fortuna,
ecco lo schianto: tardivo, Morfeo rapisce
al sonno un corpo esausto di stanchezza,
mentre l'aurora cancella con un alito
di vento quel mare di fantasmi di cupezza.
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