Philip Larkin 1922 - 1985

Continuare a vivere

Continuare a vivere – cioè ripetere
un’abitudine che serve a procacciarsi il necessario –
vuol dire quasi sempre perdere, o far senza.
Dipende.

Questa perdita d’interesse, capelli, e iniziativa
ah, se il gioco fosse poker, sì,
uno potrebbe scartarli, e fare full!
Invece è scacchi.

E una volta che hai percorso la lunghezza della tua mente, ciò
su cui hai il controllo è chiaro come una bolla di carico:
nient’altro, per te, devi pensare che
esista.

E qual è il vantaggio? Soltanto che, col tempo,
ci sembra di riconoscere la cieca impronta
dei nostri modi di fare, ne vediamo l’origine.
Ma confessare,

nella verde sera in cui comincia la nostra morte,
soltanto ciò che fu, non può bastare,
perché riguarda un solo uomo alla volta,
e quell’uomo muore.


Continuing To Live

da Collected Poems

Continuing to live — that is, repeat
A habit formed to get necessaries —
Is nearly always losing, or going without.
It varies.

This loss of interest, hair, and enterprise —
Ah, if the game were poker, yes,
You might discard them, draw a full house!
But it’s chess.

And once you have walked the length of your mind, what
You command is clear as a lading-list.
Anything else must not, for you, be thought
To exist.

And what’s the profit? Only that, in time,
We half-identify the blind impress
All our behavings bear, may trace it home.
But to confess,

On that green evening when our death begins,
Just what it was, is hardly satisfying,
Since it applied only to one man once,
And that one dying.


Finestre Alte

da Finestre alte. Testo inglese a fronte

Quando vedo una coppia di ragazzi
e penso che lui se la scopa e che lei
prende la pillola o si mette il diaframma,
so che questo è il paradiso

che ogni vecchio ha sognato per tutta la vita –
legami e gesti messi da parte
come una mietitrebbia arrugginita,
e ogni giovane che va giù per lo scivolo

di una felicità senza fine. Chissà
se qualcuno osservandomi, quarant’anni fa,
ha pensato: Quella sarà la vita;
non più Dio, non più sudore e paura la notte

per l’inferno e per tutto il resto, non più
il dovere di nascondere quello che pensi del prete.
Lui e quelli come lui tutti giù per lo scivolo
come maledetti uccelli liberi. E all’improvviso

non una parola viene, ma il pensiero di finestre alte:
il vetro che assorbe il sole,
e, al di là, l’aria azzurra e profonda, che non mostra
nulla, che non è da nessuna parte, che non ha fine.


High windows

When I see a couple of kids
And guess he’s fucking her and she’s
Taking pills or wearing a diaphragm
I know this is paradise

Everyone old has dreamed of all their lives –
Bonds and gestures pushed to one side
Like an outdated combine harvester,
And everyone young going down the long slide

To happiness, endlessy, I wonder if
Anyone looked at me, forty years back,
And tought: That’ll be the life;
No God any more, or sweating in the dark

About hell and that, or having to hide
What you think of the priest. He
And his lot will all go down the long side
Like free bloody birds. And immediately

Rather than words comes the tought of high windows:
the sun-comprehendig glass,
And beyond it, the deep blue air, that shows
Nothing, and is nowhere, and is endless.