Scrivo questo post in una pausa , tra dati che si accavallano e si accartocciano e fogli excel che volano. Un altro aggiornamento dell’algoritmo di google e tutti a macinare numeri, scrutare segni, cercare di divinare il futuro come aruspici, mentre il presente rimane avvolto nelle nebbie.
Gli esperti di seo assomigliano sempre più a dei trader di serie B, anche fisicamente.
Ho un po’ di memoria storica.
Un tempo, la maggior parte di loro assomigliava al prototipo dell’ingegnere (tipo 1) o dello smanettone brufoloso (tipo 2). Rare le donne. Oggi si vedono completi similcaliforniani, sneakers piuttosto cool acquistate in saldo su internet e persino un po’ di cravatte. Ci sono anche delle donne.
I meeting si tengono di preferenza a Londra – come quelli dei trader – e lì si parla più o meno con il gergo dei promotori finanziari (questi si chiamano seminari informali) o dei più ruspanti trader (questi li chiamano in genere parties). In entrambi i casi, il vino è piuttosto scadente.
Chiedo scusa per la digressione narrativa.
Quale differenza intercorra tra la normale ottimizzazione “a buon senso” di una pagina e le magie di chi si lancia nella più monumentale opera di ingegneria inversa dell’algoritmo di google attraverso l’analisi statistica, non saprei dire. Sospetto che la sola differenza, nei risultati, è che nel primo caso si impiega meno tempo. Però al cliente è meglio raccontare l’attività due altrimenti si perde il posto (come si fa senno’ a spiegare perché non abbiamo raggiunto l’obiettivo?).
L’alea direi che è ancora un fattore decisivo. Alea è il sinonimo elegante per culo.
Nulla è più noioso di sentire la milionesima storia di successo di chi impiegando le tecniche x e y ha ottenuto z. Sarei curioso di sapere quanti hanno impiegato le stesse tecniche x e y ottenendo come risultato nulla o un ban grosso come una casa, e non lo raccontano. Sospetto sia un rapporto uno a molti.
Invidio molto i veri vincenti, in quest’arena un po’ grottesca. Rand Fishkin ha conseguito celebrità e – spero per lui – bei guadagni non facendo il seo (nessuno saprà mai i suoi veri risultati, andando a spulciare tutti i “casi” che ha seguito), quanto “vendendosi” agli esperti di seo. Sono loro, noi, i suoi clienti, non i “veri” clienti. Quelli toccano in sorte, se va bene, a quelli che poi pagano per il vino cattivo dei parties di cui sopra.
E ora si procede, i dati ballano…