Policarpo di Smirne, un devoto discepolo di Giovanni e rispettato vescovo di Smirne durante il regno di Traiano, si erse come una figura di grande autorità nel panorama del cristianesimo primitivo. La sua influenza si estese oltre i confini della sua diocesi, tanto da diventare il maestro di eminenti figure cristiane, tra cui Ireneo di Lione.
Una delle opere più preziose di Policarpo è la sua Lettera ai Filippesi, un testo di inestimabile valore che rivela preziose informazioni sulla fede e la vita delle prime comunità cristiane. Questa epistola fu indirizzata alla comunità di Filippi, un'antica città greca, e si stima che sia stata scritta tra il 107 e il 140 d.C.
Attraverso le parole di Policarpo, possiamo gettare uno sguardo autentico e toccante sulla fede, le lotte e le speranze delle prime generazioni di seguaci di Cristo. La Lettera ai Filippesi ci offre un'istantanea affascinante di come la giovane Chiesa si sia sviluppata e abbia affrontato le sfide dei primi tempi.
Saluto
Policarpo e i presbiteri che sono con lui alla Chiesa di Dio che dimora in Filippi. Misericordia e pace sia a voi concessa con ogni pienezza da parte di Dio onnipotente e di Gesù Cristo salvatore nostro.
Lodi ai Filippesi per la loro benevolenza verso i fratelli imprigionati per Cristo, e per la loro salda fede
1. Mi sono molto rallegrato con voi nel Signore nostro Gesù Cristo, perché avete accolto gli imitatori della vera carità e, come a voi si conveniva, avete accompagnato questi prigionieri avvinti da venerabili catene, le quali sono il diadema dei veri eletti di Dio e del Signore nostro. 2. [Mi sono anche rallegrato] perché la salda radice della vostra fede, famosa fin dai primi tempi , è rimasta intatta fino ad oggi e continua a portare frutti per il Signore nostro Gesù Cristo, il quale sopportò di giungere fino alla morte per i nostri peccati. Ma Dio lo risuscitò, avendolo liberato dai dolori dell’inferno; 3. e voi, senza averlo veduto, credete in Lui, con una gioia inesprimibile e gloriosa , alla quale molti desiderano di giungere, perché sapete che siete stati salvati per la grazia, non per le opere , dalla volontà di Dio, per mezzo di Gesù Cristo.
Esortazioni alla virtù
1. Perciò, cinti i vostri lombi , servite Dio nel timore e nella verità, lasciando da parte i vani discorsi e gli errori del volgo e credendo in Colui che risuscitò da morte il Signore nostro Gesù Cristo e gli diede gloria e un trono alla sua destra. A Lui è soggetta ogni cosa nel cielo e sulla terra, a Lui serve ogni spirito; Egli verrà a giudicare i vivi e i morti ; del suo sangue Dio chiederà conto a coloro che non credono in Lui. 2. Colui che lo risuscitò dai morti, risusciterà anche noi , se faremo la sua volontà e cammineremo nella via dei suoi comandamenti e ameremo ciò che Egli ha amato, tenendoci lontani da ogni ingiustizia, cupidigia, amore al denaro, maldicenza, falsa testimonianza; non rendendo male per male o ingiuria per ingiuria o pugno per pugno o imprecazione per imprecazione; 3. memori delle parole ammonitrici del Signore: Non giudicate, affinché non siate giudicati; perdonate e sarete perdonati; siate misericordiosi, affinché troviate misericordia; con la misura con la quale misurerete sarete misurati . E ancora: Beati i poveri e coloro che sono perseguitati per la giustizia, perché di essi é il regno di Dio.
Non mi arrogo il diritto di ammaestrarvi. Vostro maestro è il beato Paolo
1. Vi scrivo queste cose intorno alla giustizia, o fratelli, non perché me ne arroghi il diritto, ma perché voi me n’avete richiesto. 2. Poiché né io né un altro come me potrà mai raggiungere la sapienza del beato e glorioso Paolo, il quale, mentre si trovava tra voi, alla presenza degli uomini d’allora, insegnò con tanta esattezza e sicurezza la parola della verità, e, quando fu lontano, vi scrisse lettere , nella cui meditazione voi potrete confermare la fede che vi fu data. 3 Questa fede é madre di tutti noi ; la segue la speranza e la precede la carità verso Dio, verso Cristo e verso il prossimo. Chi si attiene a queste virtù adempie il precetto della giustizia; poiché colui che possiede la carità è lontano da ogni peccato.
Fuggiamo l’amore al denaro. Camminiamo nella legge del Signore e insegniamola alle nostre donne e alle vedove
1. Radice di tutti i mali é l’amore al denaro . Sapendo dunque che nulla abbiamo portato in questo mondo e nulla ne possiamo portare via , rivestiamoci dell’armatura della giustizia e impariamo prima noi a camminare nella legge del Signore. 2. Insegnate poi alle vostre donne a camminare nella fede che hanno ricevuto, nella carità e nella castità, amando sinceramente i loro mariti e avendo per tutti gli altri un’affezione senza preferenze e perfettamente pura. [Insegnate loro] ad allevare i figli nella disciplina del timore di Dio. 3. [Esortiamo] le vedove ad essere sagge nella fede del Signore, a pregare incessantemente per tutti, a guardarsi da ogni calunnia, maldicenza, falsa testimonianza, amore al denaro e da ogni male; ricordandosi che esse sono l’altare di Dio il quale esamina minuziosamente ogni cosa e al quale nulla sfugge, né dei ragionamenti, né dei pensieri, né dei segreti del cuore.
Doveri dei diaconi, dei giovani e delle vergini
1. Sapendo dunque che Dio non si schernisce , dobbiamo camminare in modo degno della sua legge e della sua gloria. 2. Così pure i diaconi debbono essere senza macchia al cospetto della giustizia sua, ricordandosi che sono ministri di Dio e di Cristo e non di uomini. Evitino la calunnia, la doppiezza di linguaggio, l’amore al denaro; siano moderati in ogni cosa, misericordiosi, zelanti; camminino nella via della verità tracciata dal Signore, il quale si fece servo di tutti. Se noi gli piaceremo in questa vita, riceveremo anche la vita futura; poiché Egli ha promesso che ci risusciterà dai morti, e che, se ora viviamo in modo degno di Lui, con Lui pure regneremo , se abbiamo fede. 3. Similmente i giovani siano irreprensibili in ogni cosa, preoccupandosi prima di tutto della purezza e frenandosi da ogni male. È bello infatti essere staccati dalle passioni di questo mondo, perché ogni passione fa guerra allo spirito ; e né i fornicatori, né gli effeminati, né i sodomiti possederanno il regno di Dio , né coloro che fanno cose sconvenienti. Perciò bisogna che [i giovani] si tengano lontani da tutte queste cose e siano sottomessi ai presbiteri e ai diaconi come a Dio e a Cristo. Le vergini devono camminare con coscienza immacolata e casta.
Doveri dei presbiteri e di tutti i fedeli
1. Anche i presbiteri abbiano viscere di compassione e siano misericordiosi verso tutti, cercando di ricondurre gli sviati, visitando tutti gli infermi, senza trascurare né la vedova, né l’orfano, né il povero; ma sempre solleciti di fare il bene al cospetto di Dio e degli uomini; astenendosi da ogni ira, parzialità, giudizio ingiusto; stando lontani da ogni cupidigia di denaro; non troppo facili a prestare fede alle calunnie contro alcuno, né troppo severi nei giudizi, sapendo che tutti siamo debitori per i nostri peccati. 2. Se dunque noi preghiamo il Signore di perdonarci, dobbiamo anche noi perdonare; poiché siamo sotto gli occhi del Signore e di Dio e tutti dovremo presentarci al tribunale di Cristo e ciascuno dovrà rendere conto di sé. 3. Serviamolo dunque con timore e con ogni riverenza, come ci fu comandato da Lui e dagli Apostoli, che ci predicarono il Vangelo, e dai profeti che ci preannunciarono la venuta del Signore nostro; siamo zelanti per il bene, evitando quelli che danno scandalo, i falsi fratelli e coloro che, portando ipocritamente il nome del Signore, trascinano nell’errore gli uomini leggeri.
Fuggite i doceti e perseverate nel digiuno e nell’orazione
1. Infatti, chi non riconosce che Gesù Cristo é venuto nella carne, é un anticristo e chi rigetta la testimonianza della croce viene dal diavolo. Chi perverte le parole del Signore, adattandole ai suoi malvagi desideri, e nega la risurrezione e il giudizio, costui è il primogenito di Satana. 2. Perciò, abbandonando la vanità della gente e i falsi insegnamenti, ritorniamo alla dottrina che ci fu impartita da principio, siamo sobri [per attendere] alla preghiera; perseveriamo nel digiuno e domandiamo con preghiere a Dio, che tutto vede, di non indurci in tentazione; poiché il Signore ha detto: Lo spirito é pronto, ma la carne é inferma.
Perseverate nella speranza e nella pazienza
1. Perseveriamo dunque senza posa nella nostra speranza e nel pegno della nostra giustizia, che è Gesù Cristo, che portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, che non commise peccato e nella cui bocca non si trovò mai frode; ma Egli ha sopportato tutto per noi, affinché vivessimo in Lui. 2. Cerchiamo quindi d’imitare la sua pazienza e, se dovremo soffrire per il suo nome, rendiamogli gloria. Tale infatti è l’esempio che Egli ci pose dinanzi nella sua persona, e noi l’abbiamo creduto.
Sopportate con tutta quella pazienza che avete ammirato nei confessori della fede
1. Vi scongiuro quindi tutti ad essere obbedienti alla parola della giustizia e a sopportare con tutta quella pazienza che avete ammirato con i vostri occhi non solo nei beati Ignazio, Zosimo e Rufo , ma anche in altri dei vostri, nello stesso Paolo e negli altri Apostoli. 2. Persuadetevi che tutti costoro non corsero invano, ma nella fede e nella giustizia, e che ora occupano il posto loro dovuto presso il Signore, con il quale hanno condiviso le sofferenze. Poiché essi non hanno amato questo mondo , ma Colui che è morto per noi e che per noi fu risuscitato da Dio.
Esortazioni alla virtù
1. Rimanete dunque saldi in questi principi e seguite l’esempio del Signore, fermi e irremovibili nella fede , amanti dei fratelli, caritatevoli gli uni verso gli altri , uniti nella verità, gareggiando gli uni con gli altri nella mansuetudine del Signore, senza disprezzare nessuno. 2. Quando potete far del bene, non vogliate differirlo, perché l’elemosina libera dalla morte . Siate tutti sottomessi gli uni agli altri , irreprensibili nel vostro modo di trattare con i Gentili, affinché dalle vostre buone opere voi possiate ritrarre lode e il Signore non sia bestemmiato per colpa vostra. 3. Ma guai a colui per colpa del quale il nome del Signore é bestemmiato . Insegnate a tutti la sobrietà nella quale anche voi vivete.
Ho provato grande dolore per il traviamento di Valente. Guardatevi dall’avarizia
1. Troppo dolore ho provato per quel Valente che, divenuto un giorno vostro presbitero, mostra ora di non comprendere il posto che gli é stato assegnato. Vi esorto quindi ad astenervi dall’avarizia e ad essere casti e veritieri. Evitate tutto ciò che è male. 2. Infatti chi non é capace di regolare se stesso in queste cose, come potrà predicare agli altri? Chi non s’astiene dall’avarizia, sarà contaminato dall’idolatria e sarà giudicato alla stessa stregua dei Gentili che ignorano il giudizio del Signore . Non sappiamo forse che i santi giudicheranno il mondo, come insegna Paolo? 3. Non intendo però dire d’essermi accorto io stesso, o d’aver udito da altri alcunché di simile a riguardo di voi, cui il beato Paolo prodigò le sue fatiche e che nominò al principio della sua lettera . Egli infatti si gloria di voi in tutte le chiese , che, sole, avevano allora il privilegio di conoscere Dio, mentre noi lo ignoravamo ancora. 4. Sono quindi molto afflitto, o fratelli, per lui e per la sua moglie. Il Signore conceda loro un sincero pentimento. Da parte vostra siate moderati a questo riguardo e non trattateli come nemici, ma richiamateli come membra malate e sviate, in modo da salvare l’insieme del corpo di voi tutti. Così facendo, lavorerete per la vostra edificazione.
Sappiate perdonare. Il Signore vi conceda tutte le virtù e l’eredità dei suoi santi. Pregate per tutti anche per i nemici
1. Credo che voi siate molto versati nelle sacre lettere; esse non hanno più per voi alcun segreto, cosa che a me non è concessa. Questo solo vi ricordo, come è detto nella Scrittura: sdegnatevi pure, ma non vogliate peccare e il sole non tramonti sopra l’ira vostra . Beato chi se ne ricorderà, come io credo che facciate voi. 2. Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, e lo stesso Pontefice eterno Gesù Cristo, Figlio di Dio, vi facciano crescere nella fede, nella verità, nella perfetta mansuetudine e senza iracondia, nella pazienza, nella longanimità, nella rassegnazione e nella castità. Il Signore vi conceda d’essere partecipi dell’eredità dei suoi santi e, insieme con voi, lo conceda pure a noi e a tutti coloro che sono sotto il cielo e che crederanno nel Signore nostro Gesù Cristo e nel suo Padre, che lo risuscitò dai morti . Pregate per tutti i santi . Pregate anche per i re , per i magistrati e i principi, per quelli che vi perseguitano e vi odiano e per i nemici della croce, affinché il vostro frutto sia manifesto a tutti, affinché siate perfetti in Lui.
Manderò in Siria la vostra lettera. Vi unisco le lettere d’Ignazio
1. Mi avete scritto voi e Ignazio, affinché, se qualcuno va in Siria, porti la vostra lettera. Lo farò quando si presenti un’occasione opportuna, sia io stesso, sia mandando un delegato anche a nome vostro. 2. Vi abbiamo mandato, come ci avete richiesto, le lettere d’Ignazio, tanto quelle da lui inviate a noi, quanto le altre che abbiamo presso di noi; esse sono unite alla presente. Voi potrete ricavarne grande frutto, poiché sono piene di fede, di pazienza e di tutto ciò che può edificare e condurre al Signore nostro. Voi, da parte vostra, se avete notizie sicure a riguardo di Ignazio e dei suoi compagni, fatemele sapere.
Vi raccomando Crescente. State bene
Vi mando questa lettera per mezzo di Crescente , che vi ho già raccomandato per la presente circostanza , e che ora vi raccomando ancora. Egli si è comportato con noi in modo irreprensibile e credo che farà così anche con voi. Vi raccomando anche la sua sorella, quando verrà tra voi. Il Signore nostro Gesù Cristo e la sua grazia vi conservino sani e salvi, insieme a tutti i vostri. Così sia.