Esistono numerose metriche utili per tenere sotto controllo e valutare il successo della nostra attività di marketing digitale. Immagino che sigle come CTR, CPL, ROAS non suonino del tutto ignote anche a persone che non hanno una specifica preparazione nel settore del marketing digitale.
Mi sembra quindi non del tutto superfluo ripassare insieme alcune di queste metriche di base, considerando le semplici formule necessario per calcolarne i valori e riflettendo brevemente sugli ambiti di utilizzo.
La prima “sigla” che vorrei sfiorare in questa esposizione è il ROAS – ovvero Return on ad spend.
Il nome direi che esplicita chiaramente il significato di questa metrica: è un valore che mi indica se ho speso in maniera proficua i miei soldi in investimenti pubblicitari. Inutile dire che l’e-commerce è un ambito “classico” di applicazione di questa misura.
Come si calcola il ROAS? E’ molto semplice, come (quasi) sempre si tratta di un semplice rapporto, ed è espresso in termini percentuali.
Esempio: vendo pipe di radica online ricavando 1800€ a fronte di costi pubblicitari di 1000€.
Il ROAS sarà dunque:
(1800€/1000€) x 100 = 180%
CPL significa Cost per Lead, ovvero il costo per contatto.
E’ una metrica di ovvia importanza per calcolare la bontà della mia strategia pubblicitaria finalizzata alla generazione di contatti.
La formula è:
Esempio
Il CPL è dunque: (5000/50)= 100€
CTR è l’acronimo per click through rate, ovvero la percentuale di clic.
Il nome già dice tutto: si tratta anche in questo caso di un semplice rapporto, espresso in termini percentuali. Esso fornisce la percentuale di clic rispetto alle visualizzazioni (impressioni), dunque in termini matematici si può esprimere in questi termini:
Se la mia pubblicità ha avuto 10000 visualizzazioni producendo 300 clic verso la mia landing page, il CTR dell’annuncio risulterà:
(300/10000) x 100 = 3%
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